Le pensioni italiane perdono valore, mese dopo mese. Secondo i dati Istat di agosto 2025, l’inflazione annua è all’1,6% e quella acquisita per l’anno al +1,7%. Numeri che possono sembrare piccoli, ma che nel lungo periodo incidono pesantemente sul potere d’acquisto. Negli ultimi 14 anni, infatti, gli assegni pensionistici hanno perso fino al 21% del loro valore reale.
Ma il problema non finisce qui. Alle svalutazioni dovute al carovita si aggiungono gli errori di calcolo previdenziali: secondo le analisi dei partner previdenziali del network legale di Consulcesi & Partners, in sei casi su dieci le pensioni sono già sbagliate. Significa che migliaia di cittadini ogni anno ricevono importi inferiori a quanto spettante, con perdite che possono arrivare a 200-300 euro al mese.
L’inflazione: un nemico silenzioso
Chi va in pensione pensa di avere un reddito stabile. In realtà, l’inflazione riduce gradualmente il valore reale dell’assegno:
- con un’inflazione del 2% annuo, in 10 anni una pensione da 2.000 euro perde quasi 5.000 euro di potere d’acquisto;
- con il 3%, la perdita supera i 7.000 euro nello stesso periodo.
A questo si aggiunge il meccanismo delle rivalutazioni parziali, che non coprono interamente l’aumento dei prezzi, soprattutto per le pensioni medio-alte.
Gli errori più comuni che pesano sull’assegno
Alle dinamiche economiche si sommano errori tecnici e amministrativi. I più frequenti sono:
- mancato riconoscimento di maternità, malattia o servizio militare;
- contributi non registrati correttamente;
- applicazione sbagliata del calcolo misto;
- rivalutazioni non applicate;
- dati anagrafici o contributivi incompleti.
Errori che, nel tempo, possono tradursi in decine di migliaia di euro persi.
Una doppia penalizzazione per i cittadini
Il quadro è chiaro: i pensionati italiani rischiano una doppia perdita. Da un lato l’erosione dovuta all’inflazione, dall’altro gli errori previdenziali che riducono ulteriormente gli importi. Un problema che tocca non solo chi è già in pensione, ma anche chi ci deve ancora andare e oggi non ha strumenti adeguati per pianificare.
La risposta: il servizio OKPensione
Anche per contrastare questa incertezza è attivo OKPensione, un servizio digitale e legale sviluppato da Consulcesi & Partners per aiutare i cittadini a difendere i propri diritti.
Due le funzioni principali:
- Ricalcolo Pensione, dedicato a chi è già in quiescenza e vuole verificare se l’assegno ricevuto è corretto;
- Calcolo Pensione Futura, pensato per chi deve ancora andarci e vuole simulare scenari concreti, compreso l’impatto dell’inflazione sul proprio reddito futuro.
“L’inflazione è un nemico silenzioso che ogni anno riduce il valore reale delle pensioni. Ma ancora più grave è che molti cittadini partono già da una base sbagliata, con assegni calcolati male. Con OKPensione vogliamo offrire un servizio di chiarezza e tutela: non un semplice simulatore, ma un’analisi professionale che restituisca ai pensionati e ai lavoratori ciò che spetta di diritto” – spiega Bruno Borin, responsabile del team legale di Consulcesi & Partners.
Con OKPensione puoi verificare se stai ricevendo l’importo corretto e simulare il tuo futuro previdenziale.